Le iniziative di OUA e CNF ed il Decreto Svuota Carceri

Nell'audizione alla 10° Commissione Giustizia del Senato, avvenuta il 07-02-12, il Presidente del C.N.F. Alpa ha richiesto di stralciare l'articolo 9 (tariffe-preventivo-tirocinio) del decreto Cresci-Italia, sia per profili di incostituzionalità  (non sussistendo ragioni di necessità ed urgenza che giustificherebbero un intervento legislativo demandato all'Esecutivo) che per l'impossibilità di una sua concreta applicazione. Il Presidente Alpa ha anche evidenziato che il progetto generale di riordino della professione giace da un anno alla Camera, dopo essere già stato approvato da un ramo del Parlamento.
Nessun accenno di critica, invece, alla decisione dell'Esecutivo Monti di accorpare gli Uffici del Giudice di Pace e sopprimere i Tribunali Minori.
Ho già scritto in questo mio blog che la soppressione di Tribunali Minori e Giudici di Pace sembra essere la moneta di scambio con il quale il CNF vuole “barattare” il riordino e la Specializzazione della Professione.
Forse non mi sono sbagliato …..

Mentre Alpa era impegnato alla Commissione Senato, de Tilla non rimaneva con le mani in mano ed il 9 febbraio veniva ricevuto dal Ministro Severino al quale manifestava le sue critiche all’operato del Governo Monti sia per quanto riguarda le liberalizzazioni, confondendo il ruolo costituzionale dell’avvocato e il diritto di difesa con le regole della concorrenza, sia per quanto riguarda il riordino del sistema giudiziario, la riduzione della lunghezza dei processi, del contenzioso arretrato e il recupero di competitività del Paese. a differenza di Alpa il Presidente dell’O.U.A. non ha mancato di contestare l’accorpamento degli uffici dei giudici di pace e la soppressione di tribunali minori e sezioni distaccate.

Il mio pensiero è che entrambi i nostri rappresentanti facciano poco o niente per sensibilizzare l’opinione pubblica e quindi smontare l’immagine ed il messaggio negativo che la Confindustria e le altre lobby hanno costruito ad arte contro la nostra Professione.
Questo senza sminuire le responsabilità di noi Avvocati, ancora colpevolmente ancorati a vecchi stereotipi e più attenti a far risaltare il nostro ruolo costituzionale d piuttosto di combattere i sempre più frequenti casi di cattivo esercizio della Professione.

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Nel frattempo, il 14 febbraio La Camera approvava definitivamente il Decreto Svuota Carceri con le modifiche apportate dal Senato con grande soddisfazione del Guardasigilli.
Qui è possibile scaricare il testo del decreto legge 22/12/2011 n. 211 (in Gazz. Uff., 22 dicembre, n. 297) con le modifiche  apportate in Senato
Primi effetti:
- i detenuti cui restano da scontare gli ultimi 18 mesi di carcere possono andare ai domiciliari ( circa 3 mila detenuti all’anno);
- gli arrestati in flagranza per reati minori di competenza del giudice monocratico (sono esclusi i soggetti accusati di furto in appartamento, furto con strappo, rapina e estorsione semplici) sono destinati in prima istanza agli arresti domiciliari, in seconda istanza nelle camere di sicurezza di polizia e nelle caserme dei carabinieri e, solo in terza istanza - ove non fosse possibile adottare le prime due soluzioni o sussistesse ipotesi di pericolosità sociale - nelle case circondariali;
- la convalida degli arresti avverrà entro le 48 ore e non più entro le 96;
- la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari entro il marzo del 2013.

Sono stati stanziati 57 milioni per l’edilizia carceraria ma - come al solito - non sono state previste nuove assunzioni nel corpo delle Guardie Penitenziarie, il cui esiguo numero rispetto alla popolazione detenuta concorre a rendere estremamente problematica la vita in carcere.
Si vocifera anche che le Forze dell’Ordine (Polizia e Carabinieri), cui è deputata l’opera di sorveglianza dei detenuti domiciliari, non siano stati particolarmente contenti dell’aggravio di lavoro che il decreto comporterà loro.

Decreto "Cresci Italia" e sue conseguenze: Il paradosso di Monti che concorre ad allungare i tempi della giustizia

Iniziano a farsi vedere - e sentire - gli effetti negativi di un decreto che sembra fatto più per per cercare consensi popolari che per far crescere il Paese, ad onta dell’immodesto titolo di tale “sforzo legislativo”.
Come tutti sanno il Decreto Legge n. 1/2012 all’art. 9 ha abrogato dal 24-01-2012 tutte le tariffe professionali prevedendo che gli organi giurisdizionali utilizzino, per determinare il giusto compenso dei professionisti orfani di tariffe, non meglio precisati parametri stabiliti da un ancor meno identificato Ministro “
vigilante”.
Ora è accaduto che - vuoi per svista, vuoi per la fretta, vuoi per ignoranza ed inesperienza della materia - non ci si è preoccupati di predisporre (o far predisporre) preventivamente tali parametri, né di prevedere - in alternativa - una norma transitoria che disciplini la fattispecie fino all’emanazione dei fantomatici parametri.
La diretta conseguenza di questo vero e proprio vuoto legislativo è che i Magistrati si trovano - oggi - nell’impossibilità di procedere alla liquidazione delle spese di giudizi e procedimenti i quali, quindi, devono essere rinviati in attesa della emanazione dei parametri ministeriali.
Qui è possibile leggere il provvedimento di rinvio cui è stato costretto il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Cosenza
Perché il nostro Ministro Severino non ha contribuito ad evitare ciò con la sua invidiata esperienza forense?
Ed ancora: Adesso chi lo dice al bocconiano Capo del Governo che, invece di risolverlo, ha contribuito ad aggravare il problema della lentezza dei giudizi?

L'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2012 in Cassazione e le varie posizioni

Si è inaugurato oggi presso la Suprema Corte di Cassazione l’anno giudiziario 2012.
Quasi scontato l’intervento del Guardasigilli che non ha mancato di ribadire che entro pochi mesi prenderà il via una «nuova geografia giudiziaria» mediante una riduzione del numero degli uffici giudiziari ed una razionalizzazione dei relativi assetti territoriali (qui il suo intervento)

Il Vice Presidente della Corte di Cassazione, Dott. Michele Vietti (dopo avere affermato che non è più possibile  avere tre gradi di giudizio per ogni controversia perché  "Il nostro sistema delle impugnazioni è difficilmente compatibile con il processo costituzionale della ragionevole durata del processo e rappresenta una anomalia tutta italiana nel panorama europeo») ha anche lui ribadito che  «Duemila uffici giudiziari ospitati in tremila edifici rappresentano un costo insostenibile».
Rilevante, come ogni suo scritto,
l’intervento del “padrone di casa”, Primo Presidente di Cassazione Dott. Ernesto Lupo che, tra l'altro, ha affermato come 240 mila avvocati sono un'anomalia( qui la relazione integrale e qui il sunto orale) .
Da segnalare anche l'intervento del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, Dott. Vitaliano Esposito, (
qui il suo intervento) per il quale è necessario "Assicurare il contenimento della spesa secondo una programmazione, concreta, delle effettive necessità di ciascun ufficio giudiziario”.
Ed il nostro Presidente Alpa? Quasi scontato il suo intervento con il quale ha ribadito l’importanza dell’Avvocatura criticando i noti interventi legislativi di agosto 2011 e gennaio 2012.
Quasi imbarazzante il suo “l’avevo detto da tempo al Legislatore” con il quale ha cercato di replicare alla critica delDott. Lupo circa l’enorme numero di avvocati in Italia.
Continuo a pensare quanto siano ridicole ed inadeguate le forme di protesta adottate dai nostri rappresentanti politici ed istituzionali.

Il Decreto "Cresci Italia" e l'inadeguatezza delle reazioni dell'Avvocatura

Nel precedente post avevo accennato alla reazione dell’O.U.A. in risposta al Decreto “Cresci Italia” emanato il 20-01-2012 ed in attesa di essere pubblicato (qui è possibile scaricare la bozza definitiva).
Ero indubbiamente in preda alla concitazione del momento visto che avevo qualificato come “estremamente dura” la risposta adottata dall’Assemblea Generale dell’Organismo dell’Avvocatura.
Una più attenta riflessione mi porta a criticare la decisione di effettuare una prima astensione di due giorni (23 e 24 febbraio) dopo circa un mese dopo la delibera del Consiglio dei Ministri ed una seconda astensione di una settimana (nel mese di marzo) in concomitanza con il Congresso Nazionale Forense Straordinario.
Sono favorevole all’astensione dalle udienze come forma di protesta e manifestazione di disagio ma solo se viene effettuata con un minimo di raziocinio e di funzionalità.
Avrei quindi favorevolmente visto un’astensione immediata (fatto salvo il prescritto preavviso di 10 giorni alla competente Autorità) e prolungata per almeno un mese, salvo poi eventualmente ridurla in caso di una maggiore considerazione dell’esecutivo e del parlamento.
Così come indetta sembra un’astensione fatta apposta per far differire un processo particolarmente a cuore degli Organizzatori o per godere di un week end prolungato e comunque non contribuisce affatto a dare dimostrazione delle reali preoccupazioni e dei malumori comuni a coloro (e sono la maggioranza) che, tutti giorni e nei Tribunali, svolgono la nostra libera Professione.

La risposta dell'OUA al decreto liberalizzazioni

Estremamente dura la presa di posizione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura riunito oggi nell’assemblea generale cui ha partecipato, tra gli altri, anche il CNF rappresentato dal suo Presidente Alpa.
Contro tutte le iniziative emanate anche dal vecchio Governo per delegittimare e dequalificare la figura dell’Avvocatura, culminate (ma certamente non terminate) con il decreto liberalizzazioni che dovrebbe essere emanato oggi, l’O.U.A. ha deliberato all’unanimità tutta una serie di manifestazioni ed iniziative tra le quali spiccano:
- l’astensione dalle udienze civili e penali per i giorni 23 e 24 febbraio 2012;
- l’occupazione di oltre 100 uffici giudiziari nelle stesse giornate dell’astensione;
- convocazione urgente nel mese di marzo p.v. del Congresso Straordinario Forense.
Qui è possibile leggere il comunicato stampa dell’O.U.A. con la trascrizione integrale dell’ordine del giorno approvato all’unanimità

La risposta dell'OUA a Severino

Stranamente condivido in pieno la presa di posizione dell’Unione guidata da de Tilla (qui è possibile reperire il comunicato stampa) in risposta alla relazione di parte della ministro Severino che dimostra forse di appartenere a quella tanto esigua quanto invidiata schiera di Avvocati con pochi clienti multimilionari e che quindi non sanno nulla della Professione esercitata dalla maggior parte degli Avvocati.
Le sei proposte avanzate dall’OUA sembrano essere molto concrete (forse quella meno di tutte è la soluzione di informatizzare i tribunali minori) e comunque rispecchiano più delle altre le vere aspettative che la Società si aspetta di avere da una seria riforma della Giustizia.

Gli Avvocati e le Liberalizzazioni: Ritrovata unità ed Astensione

Ci voleva Monti per ritrovare tutte le componenti politiche ed istituzionali unite nella protesta?
Sembra proprio di si, e questo già di di per se stesso amareggia e non poco!
Da una prima lettura dei propositi e dei commenti ai propositi sembrerebbe che sta per iniziare una stagione di passione caratterizzata da occupazioni di sedi giudiziarie, astensioni (previste dall’8 al 10 febbraio 2012), manifestazioni e sit-in per convincere il Governo a desistere dall’approvazione del Decreto liberalizzazioni (reperibile qui).
Personalmente ho dei forti dubbi.
E’ possibile che il bocconiano Premier e la sua squadra di tecnici possa retrocedere da un proposito così tanto sbandierato come necessario e soprattutto, dopo avere tar-tassato l’Italia intera?
Il rischio di essere considerato in balia di presunti poteri forti (o caste, lobby od anche come li volete chiamare) è troppo forte!
Le manifestazioni di protesta indette riusciranno a sensibilizzare la gente comune circa le effettive problematiche che affliggono la Professione?
Il popolino immagina ancora l’Avvocato come un Lavoratore autonomo votato all’evasione fiscale e con redditi da Paperon de Paperoni e non, invece, ad un Professionista costretto a vivere al limite della sopravvivenza.
Bisognerebbe iniziare una martellante campagna di sensibilizzazione circa l’importanza dell’Avvocatura nella vita di tutti i giorni.
In questo sono sempre stati maestri i Colleghi dell’UCPI quanto a pragmatismo e comunicazione diretta ma sempre più preoccupati di rimanere distinti dalle altre organizzazioni istituzionali e politiche.
Le ultime dichiarazioni rilasciate da Spigarelli (qui un articolo del Sole24Ore), dal CNF e dall’OUA (qui e qui i rispettivi comunicati stampa) fanno presupporre una ritrovata riconciliazione, almeno per questa occasione, soprattutto tra l’Unione Camere Penali e l’OUA .
Speriamo in una rinata unità professionale non sempre e non necessariamente votata alla mera critica ma più costruttiva e fattiva.

La proposta OUA per salvare i Tribunali cd Minori

Leggo (qui il comunicato stampa) che de Tilla propone di non cancellare sistematicamente tutti i Tribunali minori ma di innovarli tecnologicamente, così da stornare il personale impiegatizio negli altri Uffici Giudiziari maggiori e “costringere” il Magistrato a recarsi in quelli minori solo in occasione delle udienze, quasi una sorta di Pretor pellegrinus .
La proposta è allettante tanto quanto la sua fattiva realizzazione perché, tra l’altro, lascia lo spazio ad una facile obiezione: se così fosse possibile innoviamo tecnologicamente anche i Tribunali maggiori (si spenderebbe relativamente poco di più) e dislochiamo il personale in altri settori pubblici.
Nella realtà occorre prendere coscienza (al di là di inutili campagne dal sapore quasi campanilistico e sicuramente clientelistiche) che i Tribunali minori svolgono una funzione importante proprio per la loro distribuzione sul territorio in quanto garantiscono a tutti i cittadini un’effettivo servizio della Giustizia.
A ciò si aggiunge il fatto che la loro soppressione non porterà alcun beneficio ai cd. Tribunali maggiori ma contribuirà solo ad aumentare la loro cronica situazione di intasamento: sbaglia chi pensa, ad esempio che i Giudici del Tribunale di Camerino, verrebbero automaticamente dislocati presso il Tribunale di Macerata.
Penso che sia decisamene più utile al Pianeta Giustizia una riorganizzazione delle circoscrizioni di Tribunale. misura effettivamente deflativa dei cronici ritardi e delle lentezze che caratterizzano gli Uffici più grandi. E del resto il risultato della commissione Ministeriale sul punto ha dimostrato che i piccoli Tribunali sono, anche qualitativamente, più veloci ed efficienti.

Perché mi sono dimesso da Consigliere

Da più parti mi è stato chiesto di esplicitare i motivi che mi hanno indotto a rassegnare le dimissioni da membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Camerino.
Mi sono determinato a pubblicare la mia lettera di dimissioni solo quando si è affermato che tale scelta era stata determinata da contrasti personali con altri membri del CdO.
Naturalmente ciò non è affatto vero e chi mi conosce sa perfettamente che sono abituato a non abbandonare il tavolo della discussione ed ad affrontare coloro che la pensano diversamente da me sempre con spirito propositivo e costruttivo.
Nella mia lettera di dimissioni indico gli unici motivi che mi hanno determinato a ciò. Potete leggerla e scaricarne una copia qui.
Ho cercato di far capire ai miei colleghi Consiglieri gli errori e gli sbagli in cui erano incorsi ma questi non si sono neppure fermati un attimo a considerare che forse un minimo di ragione potevo averla.
E da questa altera cecità, da questa forzata volontà di non confrontarsi e capire, dalla constatata impossibilità di mutare anche il poco e dalla inutilità di qualsiasi forma di costruttiva opposizione è maturata la decisione delle mie dimissioni.

Delibera dell'O.U.A. contro la Modifica della Geografia Giudiziaria

Debbo constatare come a differenza del censurabile comportamento attendistico del C.N.F., l’O.U.A. ha sin da subito criticato la proposta avanzata dal neo Neo Ministro della Giustizia di cancellazione dei cd. Tribunali e Procure Minori, delle Sezioni distaccate e degli Uffici dei Giudici di Pace.
Per fortuna almeno l’O.U.A. da conforto ai Consigli degli Ordini che in tal senso hanno sin da subito protestato e tra i quali non risulta essere, ahimè, quello a cui sono iscritto, sebbene Camerino sia la sede di Tribunale che più delle altre rischia di essere cancellata.
Di seguito trascrivo il testo della delibera adottata oggi dall’O.U.A. e con la quale viene disposto lo stato di agitazione

Delibera OUA sulla geografia giudiziaria
La Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura riunita in Roma il 9 settembre 2011, in Via G. G. Belli,27 VISTO l’art. 1 del disegno di legge, d’iniziativa del Governo, approvato al Senato e recante la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, che modifica il Decreto legge n. 138/2011 (manovra economica bis)
PREMESSO
Che si ribadisce l’esigenza di affrontare con speditezza le problematiche legate alla geografia giudiziaria ma ciò non può avvenire in termini settoriali o limitati solo ad alcuni Uffici dovendo invece comportare una ampia e complessiva disamina delle esigenze socio – economico - territoriali di tutti gli Uffici dove si amministra Giustizia, siano essi del Giudice di Pace, Sezioni Staccate di Tribunale, Tribunali e Corti di Appello
RILEVATO
Che la geografia giudiziaria non può formare oggetto di interventi affrettati e sommari perché richiede se si vuole intervenire in via definitiva e senza irreparabili danni per i cittadini: 1) un attento e approfondito esame della struttura sociale ed economica dell’intero territorio nazionale; 2) un’ analisi non esclusivamente quantitativa, ma essenzialmente qualitativa dei singoli dati territoriali che dovranno essere “certi” e “verificati” e la cui raccolta deve avvenire con la collaborazione dell’ avvocatura locale, categoria in grado di fornire indicazioni reali di riferimento sui bisogni delle specifiche realtà locali; 3) un'attenta analisi e verifica del risparmio effettivo scaturente dalla riorganizzazione che deve necessariamente derivarne tenuto conto dell'incidenza dei costi, anche ambientali, conseguenti al pendolarismo dell'utenza e degli operatori. 4) la verifica che non siano venute meno nel tempo le esigenze di salvaguardare il valore della giustizia di prossimità che avevano portato ad istituire le attuali sedi di Tribunale;
CONSIDERATO
Che le tematiche legate alla geografia giudiziaria, così fondamentali nel rapporto che vi è tra il cittadino e la giustizia ed in particolare su un rapido, efficiente e paritetico funzionamento di tutti gli Uffici, non possono essere trattate e decise sotto la spinta dell’emergenza e soprattutto con lo strumento della delega legislativa, che di per sé esclude ogni forma di contraddittorio costruttivo con le parti coinvolte da tali sostanziali modifiche, né possono formare oggetto di soluzioni definitive senza consultazione, discussione e dibattito tra gli operatori del settore.
EVIDENZIATO
- Che è erroneo ritenere che la “riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari”, ai fini di una maggiore efficienza e risparmio, debba avere quale, criterio guida, quello indicato al punto a) della proposta governativa e cioè la riduzione degli uffici di primo grado. Un’ efficiente, attuale ed economicamente utile, riorganizzazione giudiziaria non si attua attraverso la immotivata soppressione di alcuni Tribunali solo perché non aventi sede in capoluogo di provincia, ma piuttosto, come l’OUA ha da tempo indicato, attraverso la ridistribuzione sul territorio del carico di lavoro dei singoli Uffici, con attribuzione a questi di porzione di territorio dei circondari limitrofi, creando conseguentemente strutture il più omogenee possibile in termini di territorio, popolazione e organici. E ciò indipendentemente dal fatto che oggi un Tribunale abbia sede in capoluogo di Regione, Provincia ovvero solo in un Comune. Assumere quindi come area prioritaria di intervento riequilibrativo del carico di lavoro e territoriale, quello esclusivamente provinciale, appare particolarmente limitativo e penalizzante, oltre che contraddittorio in un momento in cui la Provincia è in predicato di soppressione. Per una ottimale distribuzione delle risorse è indispensabile quindi superare i confini geografici provinciali e riferirsi piuttosto a quelli del distretto della Corte d’Appello o alla Regione, qualora vi siano più sedi di Corte di Appello. Questo criterio appare più utile per pervenire, all’interno di aree in genere omogenee, alla migliore ridistribuzione del carico di giustizia tra gli Uffici presenti. Ciò consentirà oltretutto di rispettare il dettato costituzionale consentendo a tutti i cittadini uguali condizioni di accesso alla giustizia e quel che è più importante uguali termini di decisione. Criterio altresì utilizzabile per le sezioni staccate, laddove non appare certo condivisibile anteporre il principio della soppressione generalizzata a quello della ridistribuzione e mantenimento di quei presidi che, per particolare lontananza dalla sede del Tribunale o per particolare estensione di territorio o elevata urbanizzazione, richiedono che il processo si svolga effettivamente in loco, con contestuale attribuzione dell’intera trattazione monocratica.
RILEVATO
- Che è improponibile la previsione di soppressione e/o accorpamento, con criteri per altro non specificatamente individuati, di solo alcuni Uffici della Procura presso i Tribunali, con ciò comportando un sostanziale aggravio in termini di efficienza e costi della giurisdizione penale
RITENUTO
- che alla revisione della geografia giudiziaria si debba pervenire solo dopo ampia consultazione dell'avvocatura, tramite l’OUA e il CNF, nel rispetto dei principi del "Patto per la Giustizia" e secondo i criteri di ridistribuzione territoriale già prospettati dall' OUA
PER TUTTE QUESTE CONSIDERAZIONI LA GIUNTA
vista la propria delibera del 22 Gennaio 2010 in tema di Geografia Giudiziaria, lette le delibere assunte dagli Ordini degli Avvocati di Montepulciano, Lagonegro, Saluzzo, Larino, Acqui Terme, Sciacca, Sala Consilina, Mistretta, Ascoli Piceno, Fermo, Modica, Nicosia, Enna, dall’Unione degli Ordini Forensi dell’Abruzzo, e vista la deliberazione assunta dal Coordinamento dei Fori Minori CHIEDE
- che dalla manovra economica venga stralciato o modificato ( con eliminazione dalla lettera a)sui tribunali minori) il testo dell'emendamento sulla geografia giudiziaria
PROCLAMA
lo stato di agitazione dell’avvocatura a difesa del diritto – dovere di collaborare, con le proprie rappresentanze istituzionali e politiche, alla elaborazione delle determinazioni da assumere sulle modalità di attuazione della ridistribuzione sul territorio di tutti gli Uffici Giudiziari
CHIEDE
un incontro con il Ministro della Giustizia al fine di illustrare compiutamente le ragioni che giustificano l’immediato ritiro dell’emendamento approvato al Senato e contestualmente istituire un tavolo di lavoro, anche con le componenti tutte del Patto per la Giustizia, per pervenire in tempi rapidi ad una riorganizzazione, secondo esigenze di attualità e non emergenziali, della Geografia Giudiziaria e quindi di tutti gli Uffici ove si amministra la Giustizia.
DISPONE
che copia della presente sia trasmessa al Signor Presidente della Repubblica, Al Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Signori Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, al Ministro della Giustizia, al Vicepresidente del CSM, all’ANM, al Presidente del CNF, ai Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati, ai Presidenti della Unioni Regionali, ai Presidenti delle Associazioni Forensi, ai sottoscrittori del Patto per la Giustizia.
Il Segretario (avv. Fiorella Ceriotti) Il Presidente (avv. Maurizio de Tilla)
Roma, 9 settembre 2011  

Il CNF e la questione della modifica delle circoscrizioni giudiziarie

Preoccupa, e non poco, la blanda presa di posizione del C.N.F., consultabile qui in merito alla proposta del Ministro di Giustizia Francesco Nitto Palma di razionalizzazione della geografia giudiziaria italiana.
Il Consiglio Nazionale sembra prendere tempo, forse più interessato ad altre questione ed anzi dando l’impressione che la questione potrebbe essere “merce di scambio” con il Governo in un’ottica di do ut des che l’attuale congiuntura non giustifica più.
Di fatto solo l’O.U.A. sembra essere decisa a dare battaglia contro la cancellazione degli Uffici Giudiziari minore, come è possibile leggere qui
La proposta, soprannominata “taglia tribunali e procurine”, sembra avere trovato il gradimento sia di Giorgio Napolitano che della Associazione nazionale magistrati (verrebbe da dire: e come ti sbagliavi..) e si concretizzerebbe nel taglio di circa 70 sedi di Tribunale con meno di 15 magistrati, 220 sezioni distaccate ed altrettante procure con meno di 5 pubblici ministeri.
La predetta manovra, che punta ad un risparmio di circa 70/80 milioni di euro l’anno, avrebbe come conseguenza il trasferimento di sede di circa 5.700 dipendenti amministrativi, di 500 magistrati dai tribunali minori e 996 toghe che dalle sedi distaccate tornerebbero a quelle centrali, nonché il ridimensionamento degli uffici del giudice di pace che passerebbero da 846 a 681.

Abolizione dei Tribunali minori

Si apprende che il neo Ministro di Giustizia vorrebbe inserire nel provvedimento urgente di manovra economica l’abolizione dei Tribunali che hanno una pianta organica inferiore a quindici magistrati e che non siano capoluoghi di provincia.
Non posso che essere d’accordo con l’O.U.A. che ha ribadito come sia giusto tagliare gli sprechi tanto quanto è sbagliato chiudere i Tribunali minori.
Il Tribunale di Camerino è una realtà giudiziaria che asserve l’ampio territorio dell’Alto Maceratese il cui unico difetto è quello di “produrre” poco contenzioso.
Invece della soppressione dell’Ufficio Giudiziario, si dovrebbe mettere mano ad una seria rideterminazione dei circondari dei Tribunali in maniera tale da potenziare realtà efficienti come quella di Camerino e nello stesso tempo deflazionare il carico di lavoro di altri Tribunali come Macerata o Ancona.
Da segnalare le immediate delibere di protesta dei Consigli degli Ordini degli Avvocati marchigiani di Fermo ed Ascoli Piceno, oltre a quelli di Mistretta e Nicosia.
Spero che almeno in questa occasione il Consiglio dell’Ordine camerte non si faccia notare per l’intempestività, o peggio ancora per il silenzio, che in passato sovente lo ha caratterizzato.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito dell’O.U.A. ed in particolare questa sezione
qui

Lettera agli Avvocati Italiani

Nella canicola ferragostiana il nostro Presidente del CNF ha pensato bene di inviare una lettera agli Avvocati Italiani e di farla pervenire per il tramite dei loro Rappresentanti in seno al Consiglio.
A prescindere dal contenuto della lettera (
visibile nella sezione “Riflessioni Giuridiche” di questo mio sito) non posso che plaudire all’iniziativa informativa, auspicare che la stessa sia l’inizio di una nuova tendenza ad informare più capillare di quelle adottate nel passato, e sperare che la stessa possa essere di esempio a tutti coloro (tra questi soprattutto il mio Presidente del Consiglio dell’Ordine) che operano come se ritenessero che la base degli iscritti non debba necessariamente essere informata di quanto professionalmente rilevante.

Il Ministro Tremonti all'attacco dell'Avvocatura

Ieri un gruppo di Parlamentari ha evitato che nel testo della manovra finanziaria trovasse spazio un emendamento del Ministro Tremonti in materia di liberalizzazione delle professioni proposto (con l’appoggio del PD) per fare cosa gradita ad ABI e Confindustria e tentare di ingraziarsene i favori.
Trascrivo qui di seguito il comunicato dell’Unione Triveneta inviata a tutti i Presidente degli Ordini degli Avvocati e che riassume in maniera completa la situazione che interessa oggi la nostra Professione in tutta la sua gravità.
Forse questa è l’occasione giusta per ricompattare l’Avvocatura a difesa del proprio ruolo e valenza costituzionale.

“Cari Presidenti,
L’Ufficio di Presidenza dell’Unione Triveneta esprime sdegno e preoccupazione per le iniziative di supposte liberalizzazioni nelle professioni emerse nelle scorse ore.
L’Unione Triveneta esprime forte contrarietà a norme che provocherebbero la demolizione del sistema ordinistico e del controllo deontologico, in spregio assoluto della Costituzione ed a scapito dei cittadini e dei professionisti più giovani che sarebbero mandati allo sbaraglio in un mercato saturo e senza sbocchi effettivi.
Circa la genesi di questa manovra l’Ufficio di Presidenza rileva che essa è frutto di un accordo tra opposizione e maggioranza come risulta dall’agenzia di stampa del 12 lug. (TMNews) che fedelmente si riporta: "- Entra nella manovra la liberalizzazione delle professioni. Il governo, secondo quanto si apprende, dovrebbe andare incontro a una richiesta del PD e introdurre nel decreto con la manovra un termine entro il quale liberalizzare alcuni ordini professionali. La novità dovrebbe essere contenuta nel pacchetto di modifiche che saranno approvate domani dalla commissione Bilancio del Senato (Pubblicato il 12 luglio 2011| Ora 22:13 da Wall Street Italia)."
Condividiamo e facciamo nostra la ferma presa di posizione che l'Avvocatura istituzionale e politica ha voluto dare e ci identifichiamo pienamente nelle parole con cui il Presidente del CNF Alpa ha criticato la minacciata liberalizzazione: "la natura delle professioni intellettuali non può essere confusa con l’esercizio dell’attività d’impresa e la figura del professionista non può essere accostata a quella dell’imprenditore. Gli interessi dei cittadini sono garantiti solo da un’Avvocatura autonoma, indipendente, competente e qualificata, e per tale motivo intendono salvaguardare i risultati ottenuti nel corso dell’iter parlamentare della riforma forense attualmente all’esame della Camera. Ci associamo inoltre alla frase con cui il Presidente dell’Oua ha commentato la situazione "la politica ha preso in giro i professionisti, ma i professionisti sapranno rispondere con determinazione".
Invitiamo tutta l’Avvocatura italiana, il CNF, l’OUA e le Associazioni forensi a sostenere la riforma forense e a opporsi a ogni ulteriore tentativo di snaturare ed svilire la nostra professione.
Ringraziamo i 44 Colleghi Parlamentari del PdL che con senso di responsabilità hanno voluto opporsi all'emendamento che liberalizzava le professioni e sopprimeva gli Ordini; poniamo l’accento, con incredulità, sull’affermazione fatta dalla Senatrice Anna Finocchiaro del PD (prima firmataria di un emendamento che, di fatto, privava l’Avvocatura della giurisdizione domestica) che si è dichiarata 'delusa' dopo le aperture fatte da Tremonti martedì sulle liberalizzazioni.
Comunque finisca questa storia l’Avvocatura del Triveneto non dimenticherà quanto accaduto in queste ore e saprà valutare chi si è schierato contro la "libera" professione forense solo per assecondare i desideri di ABI e Confindustria.
Vi esprimiamo pertanto il massimo sostegno dell’Unione per ogni iniziativa che vorrete assumere e Vi invitiamo a sostenere fermamente e con forza l’iter per una rapida approvazione della riforma professionale alla Camera.
Cari saluti.”

Mediaconciliazione obbligatoria a tempo?

Sembra che il “nostro” (?) Ministro della Giustizia voglia far approvare un decreto correttivo che preveda per l’obbligatorietà mediaconciliazione per un periodo di tre o cinque anni dalla sua entrata in vigore.
Alfano ritiene forse che quello sia il tempo sufficiente ad addestrare i cittadini italiani a tale procedura, a mo’ delle cavie di laboratorio che, costrette a ripetere ossessivamente un certo comportamento, al termine dell’esperimento non sanno fare altro che quello.
Evidente comunque la finalità di cercare di dividere l’Avvocatura, come giustamente rilevato dall’OUA con un
comunicato stampa del 12-07-2001